In questa Case History parliamo di ambienti confinati.

Parliamo di un importante player nel settore aereonautico.

Azienda strutturatissima che gestisce la sicurezza negli ambienti confinati ancor prima che in Italia si iniziasse a parlare seriamente dell’argomento.

Individuate le postazioni a rischio veniamo contattati per analizzarle sotto il profilo di accesso e recupero.

Si tratta di diverse vasche metalliche circolari che fuoriescono dal piano di calpestio di circa 170 cm.

Sono inserite in un ambiente piuttosto saturo di tubazioni e interferenze.

Nota di FONDAMENTALE IMPORTANZA: I sistemi di accesso e recupero da ambienti confinati sono dispositivi di ancoraggio UNI EN 795, perciò mai commettere la leggerezza di tralasciare lo studio dei punti in cui le predisposizioni vengono ancorate.

La richiesta della committenza è (logicamente) quella di avere un sistema che si adatti a tutte le postazioni.

Dopo accurato rilievo, la nostra scelta ricade sul dispositivo di ancoraggio ESCAPE®.

Si tratta di un dispositivo certificato UNI EN 795 e CEN TS 16415 di tipo B (con relativa marcatura CE) utilizzabile da 2 operatori in contemporanea.

È un sistema assemblabile e modulabile che permette di raggiungere un’altezza di oltre i 3,5 metri, per uno sbraccio di 2.

Verifichiamo con la committenza dove posizionare le predisposizioni.

Il sistema deve poter essere utilizzato in tutte le postazioni e garantire:

  • Accesso in sicurezza dell’operatore;
  • Recupero dell’operatore infortunato;
  • Rotazione del braccio per trasportare l’infortunato a terra.

La particolare conformazione del pavimento ci impedisce di fissare ovunque le basi del dispositivo. Decidiamo quindi di dimensionare e realizzare su misura dei supporti a cui applicarle.

Completiamo il servizio con l’addestramento specifico al dispositivo ESCAPE®.

SIAL SAFETY.
NO COMPROMISE.

Fatturato committenza

1.500.000.000 €

Settore merceologico committenza

Civil and Military Aeronautics System

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